Il fascino del ’900 a Clusone
Immergetevi nella storia di Clusone al B&B Villa Cortese: costruita nel 1930 in stile tardo liberty, più sobrio e con tratti razionalisti, la casa conserva caratteri storici e costruttivi affascinanti: la grande scala centrale, le vetrate interne e i soffitti a cassettone decorato. Nel giardino che circonda la casa si può ammirare un cedro del Libano quasi centenario e varietà di profumatissima rosa antica.
Inserita armoniosamente in una zona residenziale tranquilla sorta agli inizi del ‘900 intorno a quella che era la stazione del treno della Ferrovia della Valseriana, l’edificio del B&B Villa Cortese è circondato da una serie di altre ville storiche di grande bellezza e ricche di verde; contemporaneamente, il centro storico di Clusone è davvero a pochi passi a piedi.
Antico e moderno si incontrano al B&B Villa Cortese
Naturalmente molto è cambiato in quasi cento anni: la casa ha attraversato varie ristrutturazioni (l’ultima nel 2022), sempre seguite con attenzione dalla famiglia Cortese curando personalmente ogni dettaglio senza mai stravolgere l’impianto originario. Il B&B Villa Cortese offre oggi ai suoi ospiti 3 camere accoglienti e spaziose, estremamente tranquille e dotate di ogni comfort.
Una storia di famiglia
L’edificio in cui sorge il B&B Villa Cortese a Clusone è stato progettato da Vincenzo Cortese (1905-1987), che con la casa di famiglia realizzava uno dei suoi primi progetti da ingegnere civile.
La sua non è una professione casuale: Vincenzo è infatti figlio di Luigi Cortese (1866-1931), anch’egli ingegnere, tecnico brillante con una visione moderna dei problemi e un’apertura mentale che applica tutte le iniziative in cui è coinvolto.
L’ingegner Luigi Cortese
Con le sue opere civili, l’ing. Luigi Cortese ha plasmato il territorio delle valli bergamasche nei primi decenni del ’900: tra le sue realizzazioni troviamo edifici privati – come molte delle numerose ville nel quartiere – mentre non si contano le opere pubbliche, come scuole, municipi, strade, ponti, opere idrauliche.
Nell’archivio della famiglia Cortese sono conservati moltissimi di questi progetti, catalogati con passione da Marco Cortese (figlio di Vincenzo, e anche lui ingegnere!).
E sarà proprio il progetto di un ponte a dare notorietà postuma e a gettare luce sulla carica innovatrice delle opere di Luigi Cortese: il ponte di Songavazzo sul torrente Valleggia, primo ponte in Europa in cemento armato.
Il ponte di Songavazzo
Il ponte di Songavazzo è un’opera innovativa che oltre a risolvere il problema di unire due paesi (separati dall’allora impetuoso torrente Valleggia), arricchisce la valle di un vero primato costruttivo che solo molto più tardi viene riconosciuto e acclamato.
Inaugurato il 2 luglio 1911, il ponte di Songavazzo è il primo ponte in cemento armato a struttura leggera in Europa: lungo 128 metri, il ponte è frutto di un progetto estremamente ambizioso e innovativo per l’epoca, che il Comune di Songavazzo approva nel 1907 dopo che molti altri progetti erano stati presentati.
La sua struttura snella ed elegante, con le campate che paiono sospese in precario equilibrio, è lontana dalla solidità rassicurante dei più classici ponti in pietra dell’immaginario popolare. Forse per questo non mancarono tra la popolazione i timori sulla sua tenuta, specialmente il giorno del collaudo: quattro muli con un doppio carro carico di calcina viva equivalente a cento quintali passarono sul ponte “senza nessun uomo che li accompagnasse, perché la paura di un crollo era tanta” riferisce un testimone.
Paure rivelatesi decisamente infondate: dopo il 1945 il ponte resistette al passaggio, questa volta non previsto, di un’intera colonna di carri armati che, non avendo capito l’ordine di avanzare uno alla volta, attraversarono il ponte tutti insieme causando non poco spavento all’ufficiale responsabile, che riferì di aver visto il ponte “barcollare”. Tutto nella norma però: è nota la flessibilità del nuovo materiale di fronte alle sollecitazioni. Il ponte ha resistito al suo primo secolo di vita e non dimostra neppure gli anni che ha: proprio in occasione del centenario, nel 2011 e successivamente nel 2022, l’opera è stata sottoposta a una serie di ispezioni e test di stabilità per verificarne lo stato, risultando in ottima salute.